Agosto, il sole brucia, i paesi si svuotano e le mete turistiche vengono prese d’assalto per lunghi periodi, oggi.
Ai tempi di Pantaleo bambino, nel pieno degli anni 60, la maggior parte dei pugliesi della terra di Bari andava al mare in giornata raggiungendo le località situate sulla costa adriatica: Margherita di Savoia, Barletta, Trani, Bisceglie e a voler esagerare Monopoli.
In verità, in estate, i lavori da fare in campagna sono tanti e se una famiglia vive dei frutti della terra non può certo permettersi di lasciare incustodita la propria fonte di reddito e di sostentamento. Nonno Pantaleo era fra quelli che proprio non volevano allontanarsi da casa e tutta la famiglia era costretta ad assecondare le sue volontà, “che nonno sa quello che dice, lui ha fatto la guerra e conosce la fatica e la carestia”.
Così, in estate, le giornate di Pantaleo “u picciue” trascorrevano un po’ tutte uguali fra un giro in bicicletta, qualche lavoretto nell’orto, una corsa fra le vigne alte quanto lui che gli permettevano di sfuggire agli occhi del nonno sempre pronto a impartire ordini dall’alto della sua sedia con il fondo di paglia e “u mazzidde” (traversa di rinforzo) cedevole.
In alcuni momenti, per fare qualcosa di nuovo, il piccolo Pantaleo preferiva trascorrere del tempo in cucina con la nonna perché lei era allegra, preparava cose buone e aveva sempre qualche aneddoto da raccontare.
«Nonna, nonna, cosa posso fare per aiutarti?».
«Ma come, non vuoi stare fuori a giocare e a punzecchiare il nonno?».
«No, voglio stare qui con te in cucina e assaggiare cose buone».
Eh sì, la nonna mentre cucinava rimpinguava Pantaleo di vere e proprie bontà, come quando in vista del Natale preparava i torroni e pralinava molte più mandorle per farle mangiare al piccolo “uomo” di casa.
«Siamo ad agosto e qual è uno dei frutti della terra che abbiamo in abbondanza?».
«I pomodori! Che buoni! Li amo tanto, nonna!».
«In questo periodo sono eccezionali, piccolo mio, e in inverno è impossibile trovarli ecco perché facciamo scorte di salsa e di pomodori pelati fatti in casa. E non solo, prepariamo anche i pomodori secchi che saranno utili in inverno per insaporire bruschette, focacce e zuppe di legumi».
«Dai nonna, facciamoli insieme!».
Pantaleo era davvero molto eccitato, non vedeva l’ora di mettersi all’opera, ma non sapeva che la preparazione dei pomodori secchi avrebbe richiesto pazienza e tempi lunghi.
«Vedi quella bacinella piena di pomodori appena raccolti? Dobbiamo innanzitutto lavarli bene e asciugarli con un panno pulito. Poi io li taglio in due parti, nel senso della lunghezza, e tu li sistemi su quei grandi graticci che ho già esposto al sole. Mi raccomando, la parte con la buccia deve poggiare sulla grata mentre quella interna deve essere baciata dal sole».
«E dopo che li ho sistemati fuori cosa devo fare?».
«Devi cospargerli di sale, uno per uno.»
«Perché? Poi diventano troppo salati!».
«Perché in questo modo acceleriamo la perdita dell’acqua ed evitiamo che sui pomodori si crei la muffa».
«Sole e sale fanno il lavoro per noi. Bello!».
«Al calar della sera li rientriamo in casa e il giorno dopo li rimettiamo al sole. Questo fino a quando non avranno raggiunto il giusto grado di essiccazione. Devono perdere tutto il loro succo e devono diventare raggrinziti. La loro superficie deve riempirsi di rughe, proprio come quelle che rigano il mio viso».
«Nonna, le tue non sono rughe… sono strade del tempo!».
Pantaleo, dal cuore tenerissimo, non accettava che la nonna potesse invecchiare. Diceva, infatti, che sulla sua pelle si formavano le strade del tempo e che ogni strada portava verso il suo sorriso dolcissimo e verso il suo sguardo pieno di luce.
«Poi, quando saranno diventati secchi secchi, li immergiamo in una ciotola colma di aceto di vino bianco così gli diamo nuova vita e togliamo il sale in eccesso. Inoltre, l’aceto aiuta a eliminare polvere e impurità».
«Quanto lavoro si nasconde dietro ai pomodori secchi!».
«Eh, non abbiamo ancora finito mio caro Pantaleo. Vedi, ho già preparato i barattoli di vetro in cui andremo a mettere i nostri pomodori che poi ricopriremo di olio extra vergine di oliva, quello ottenuto dalle nostre olive e a cui il nonno tiene tantissimo. L’olio e l’aceto conserveranno i nostri pomodori a lungo e li potremo utilizzare in tante ricette invernali».
La nonna continuava a parlare, ma Pantaleo era sparito. Di lui, in cucina, non c’era traccia.
«Pantaleo, dovei sei? Che fine hai fatto?».
Dall’orto una sagoma si fiondò in casa. Si sentivano forti forti i battiti di un cuore emozionato.
«Sei la nonna migliore del mondo e ho colto la pesca più bella che ho trovato sull’albero. Ti assomiglia molto. Lei è la regina del frutteto, tu sei la regina di questa casa, ma tu sei più bella… perché hai le strade del tempo che ti rendono speciale».